E’ questa l’incresciosa vicenda che ha riguardato una società cooperativa del bolognese, CNL Nord Italia. Nonostante la società abbia regolarmente pagato i contributi, l’INPS ha congelato il flusso Uniemens, impedendo ai lavoratori di verificare la regolarità della loro posizione contributiva. La vicenda è stata originata da un mero disguido procedurale, per cui l’azienda ha erroneamente inviato due volte il flusso Uniemens per lo stesso mese di riferimento (maggio 2019). Senonchè, con seconda denuncia venivano, per sbaglio, trasmessi dati non corretti (zero ore), pur essendo stati pagati regolarmente i contributi per le ore effettivamente lavorate (e già correttamente indicate nel primo lancio). L’INPS, allora, recependo solo il secondo flusso, contestava all’Azienda di aver pagato i contributi pur avendo dichiarato che i propri dipendenti non avevano lavorato nel mese di riferimento. Ebbene, nonostante che l’equivoco fosse evidente e già risolvibile dalla documentazione in suo possesso, l’Ente ha proceduto a bloccare il flusso da maggio 2019 e per tutti i mesi successivi, nonostante l’azienda abbia continuato ad inviare le denunce mensili e sempre pagato regolarmente i contributi dovuti. A nulla sono serviti anche le numerose delucidazioni inviate dalla società tramite il cd “cassetto fiscale” nonchè le diffide ad adempiere inoltrate, nonchè il supporto pervenuto alla cooperativa dalle associazioni datoriali di appartenenze e dai sindacati dei lavoratori. Ancora una volta, a fare le spese del malfunzionamento dell’apparato burocratico fiscale, sono le aziende, che, oltre alla profonda crisi economica, devono fare i conti anche con l’inefficienza dell’apparato statale. L’Azienda, quindi, non ha potuto far altro che dare mandato ad un legale per la tutela dei propri diritti davanti all’autorità giudiziaria.